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Protezione dai batteri e dai virus: occasioni mancate
Mar 18, 2020
Anno 1984… rientro in Italia dopo aver conseguito negli USA il diploma di specialista in parodontologia e continuo ad operare come mi avevano insegnato là e cioè con mascherina monovelo e guanti ma in camicia e cravatta, coperto e protetto solo da un camice aperto e corto che finiva alla cintura.
Qualche anno dopo scoppia la sindrome HIV e mi accorgo che il mondo era cambiato, che io dovevo cambiare iniziando a studiare tutto ciò (ed era poco) che abitualmente usavo ed adoperavo per proteggermi. Contemporaneamente mi accorgo che i guanti in lattice che utilizzavo per le mie chirurgie – e che suscitavano l’ironia di alcuni colleghi- non erano più quelli di prima… si rompevano continuamente ed erano pieni di pieghe e buchi.
I guanti ed i dispositivi di protezione sono realmente efficaci?
Assieme ai miei colleghi, i dott.ri Conti e C. D’Achille, stesi alcuni fili nell’ambulatorio ed appesi centinaia di guanti che erano stati prima controllati con una pressione esterna per visualizzare i fori più macroscopici e successivamente riempiti di acqua. A parte i guanti di una ditta che ancora utilizzo, tutti gli altri guanti non soddisfacevano i criteri di qualità di allora.
Continuammo ancora la nostra ricerca con una serie di articoli….i guanti questi sconosciuti …. poor quality glove not worth risk … l’efficacia della sovrapposizione di due guanti in lattice … significado clinico de las perforaziones en los guantes de uso dental: analisis espectrofotometrico … fino al 1996.
In contemporanea mi accorsi della più totale indifferenza da parte di tanti operatori sanitari in merito alla protezione delle mani, ricevendo anche una raccomandata per danni da parte di una ditta produttrice di guanti che lamentava il fatto che avessi messo a confronto i guanti A con quelli B con quelli C, esame comparativo che allora in Italia era vietato. Concludemmo questa serie di ricerche auspicando un uso generalizzato da parte dei medici dentisti ed operatori sanitari dei guanti monouso (che allora ancora in pochi usavano) ed il miglioramento della loro qualità.
In questo periodo cominciai ad interessarmi dell’aria che ci circondava: era inquinata e pericolosa?
Iniziammo le ricerche nel 1991 posizionando sul mio volto uno schermo di plastica acquistato in un negozio di giardinaggio e documentando il numero di schizzi che arrivavano durante le procedure chirurgiche sullo schermo a livello delle narici, bocca e occhi.
Posizionammo poi con gli amici proff. Legnani e Pelliccioni delle piastre di Petri nel mio ambulatorio che raccoglievano i germi presenti nell’aria durante la mia attività lavorativa documentando così la pericolosità dell’aria che respiravamo …ed ecco gli articoli che vennero pubblicati…inquinamento aereo durante la chirurgia orale… inquinamento micro biologico delle superfici durante la chirurgia… disinfezione su organismi aereodispersi… atmospheric contamination during dental procedure.
Insomma, quello che venne fuori aveva dell’incredibile in quanto, secondo criteri scientifici ospedalieri, l’aria che respiravamo il lunedì mattina nel nostro ambulatorio universitario, dopo un riposo biologico di ben 2 giorni, non era assolutamente ottimale e diventava pessima durante le nostre procedure.
Ed allora il terzo passo per cercare di ottenere una reale protezione nostra fu l’analisi delle mascherine oronasali, evidenziandone pregi e difetti nonché la loro imprescindibilità per la tutela della salute dell’operatore.
Le mascherine strumento fondamentale di protezione da indossare correttamente
Attualmente sorrido amaramente quando vedo che pochi ancora le utilizzano abitualmente e continuativamente, specie i medici che durante le interviste rilasciate alla tv, anziché dare il buon esempio, le abbassano dimenticando, fra l’altro, che l’abbigliamento è uno strumento comunicativo molto potente.
Tanti poi le indossano sotto le narici “perchè si appannano gli occhiali” non sapendo che la mascherina va portata alta sul naso e che l’aderenza deve essere massima specie verso l’alto per proteggere al meglio l’utilizzatore specie dal coronavirus.
Ma la cosa che più mi ha disturbato è stata la mancanza di lungimiranza di medici e odontoiatri presi sempre dalla frenesia congressuale incentrata solo e soltanto sull’atto chirurgico/riabilitativo, sul puro tecnicismo, senza prestare alcuna attenzione a quel cruciale e pericoloso inquinamento dall’atto operatorio.
Per ultimo nel 2020 ancora fra noi operatori sanitari si riesce ad affermare ed a scrivere che alcune mascherine “quelle chirurgiche” non servono a niente perché dispositivi medici, trascurando e tralasciando le ricerche, fra cui la nostra effettuata anche con il collega Prof. Montevecchi, dove invece abbiamo quantizzato la loro efficacia.
Ribadisco quindi che le mascherine servono, proteggendo innanzitutto gli altri da noi, dalla nostra tosse, dai nostri respiri, dai nostri starnuti ma servono anche a filtrare ciò che ci circonda.
Conclusioni sulla protezione dai batteri e dai virus
Se non rivalutiamo queste ricerche, se le problematiche medico-chirurgiche non vengono studiate e rilette a 360°, se ancor oggi c’è chi lavora in ambito medico-odontoiatrico con anelli, braccialetti, monili, collane, collanine e tanto altro, beh allora non meravigliamoci se i contagi aumentano e se si ha tanta difficoltà a fermarli.
Fermiamoci quindi un attimo e incominciamo a riflettere sul fatto che l’assenza di tanti orpelli puramente estetici significa mantenersi più puliti e significa non portare in giro fra i nostri amici e i nostri cari ciò che abbiamo “recuperato” durante la giornata lavorativa.
Bibliografia:
– L. Checchi, S. Matarasso, P. Pirro, C. D’Achille
Topographical analysis of the facial areas most susceptible to infection with trasmissible diseases in dentist
International Journal of Periodontics& Restorative Dentistry
Vol.11, n.2, 1991; pag: 165-172
– L. Checchi, C. D’Achille, S. Conti
I guanti questi sconosciuti
Prevenzione e Assistenza dentale 4: 9-24; 1991
– L. Checchi, C. D’Achille, S. Conti
Evaluation of the permeability of latex gloves for use in dental practice
Quintessence International 12: 949-959; 1991
– L. Checchi, L. Montebugnoli, C. D’Achille, S. Boschi, S. Conti
Clinical significance of holes in gloves for dental use: a spectrophotometric analysis
Quintessence International 9: 599-604; 1992
– L. Checchi
Guanti di cattiva qualità non valgono il rischio, avverte una ricerca
Dental Forum 1: 10; 1992
– L. Checchi, G. A. Pelliccioni, C. D’Achille, S. Conti
Guanti in lattice: è efficace la sovrapposizione di due guanti durante la chirurgia orale?
Prevenzione e Assistenza Dentale 1: 26-29; 1993
– L. Checchi, L. Montebugnoli, S. Boschi, C. D’Achille
Influence of dental glove type on the penetration of liquid through ezperimental perforation: a spectrophometic analysis
Quintessence International 25: 647-649; 1994
– P. Legnani, L. Checchi, F. Dalbagno, M. Ibarra Illanes, M. Martinelli
Disinfezione su organismi aerodispersi- valutazione di un sistema integrato
Dental Cadmos 15, 66-76 ;1993
– L. Checchi, C. D’Achille, G. A. Pelliccioni, M. De Luca
Dossier: Mascherine chirurgiche – protezione o illusione?
Dental Cadmos 10: 15-36; 1992
– P. Legnani, L. Checchi, G. A. Pelliccioni, C. D’Achille
Atmospheric contamination during dental procedures
Quintessence International 25: 435-439; 1994
-L.Checchi,A. Moreschi,M. Montevecchi, F.Graziosi
Dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Contaminazione aerea
Dental Cadmos 8/2003, pagg. 17-36
– L. Checchi, M. Montevecchi, A. Moreschi, F. Graziosi, P. Taddei, F. S. Violante
Efficacy of three face masks in preventing inhanalation of airborne contaminants in dental practice.
JADA, Vol. 136, July 2005; pagg. 877-882