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Proseguiamo oggi con l’argomento introdotto il mese scorso, quando abbiamo delineato il percorso igienico in una bocca sana.
E se siamo ammalati? Se il nostro parodontologo o dentista ci ha detto che abbiamo la piorrea (parodontite) o delle recessioni, quale deve essere il protocollo igienico da seguire al fine di non aggravare la patologia o meglio, per migliorare la situazione?
Definiamo innanzitutto la piorrea come un processo flogistico esteso a tutto il complesso che circonda il dente e cioè alla gengiva, all’osso alveolare, al cemento radicolare e al legamento parodontale, con una distruzione irreversibile del supporto del dente ed accompagnata e/o seguita clinicamente da una mobilità più o meno marcata del dente.
Causa primaria e principale della malattia parodontale è la placca batterica anche se partecipano numerosi cofattori di rischio locale quali tartaro e odontoiatria iatrogena nonchè generali quali stress, fumo, malattie sistemiche, cattiva igiene orale.
La prevenzione è l’arma principale, più economica e più immediata che abbiamo per evitare l’insorgenza della malattia parodontale e mantenere nel tempo la salute dei nostri denti e delle nostre gengive.
Quindi una scorretta e insufficiente igiene orale porterà alla malattia parodontale, mentre un’igiene orale ottimale e corretta impedirà l’insorgenza di tale malattia.
Molto semplice da capire: se puliamo… bene… la nostra bocca non avremo la piorrea, non avremo malattie, non avremo cattivi odori, non avremo sanguinamento, non avremo discromie dentali.
Nel caso malaugurato di presenza di malattia, diagnosticata dal parodontologo, aggiungeremo ai presidi igienici già precedentemente utilizzati nella tecnica Checchi di igiene orale, uno spazzolino interdentale da usarsi per alcune decine di minuti al giorno nelle aree interprossimali, dove vi sono le tasche, con pressione energica verso l’osso.
Tale tecnica, denominata terapia igienica, permette di ostacolare la progressione della piorrea e di migliorare la tipologia dei tessuti.
È comunque fondamentale, in questi casi, essere seguiti da specialisti del settore che assoceranno tali metodiche ad una terapia causale mirante a rimuovere placca e tartaro.
In caso invece di recessioni gengivali caratterizzate da denti allungati con distruzione di gengiva cheratinizzata e piccola o insufficiente banda di gengiva aderente, l’arma principale, oltre alla tecnica colorimetrica, sta nell’utilizzo del Tip che scompaginerà la placca a contatto del margine gengivale senza lederlo e senza aggravare la patologia.
Buona norma, in questo caso, è diminuire la quantità di dentifricio utilizzato, iniziando lo spazzolameto dalle superfici occlusali sì da diluirlo ed impedire l’aggravamento della patologia.
Bibliografia
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