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Il naso e la bocca quali principali veicoli di infezione per il Covid-19
Dic 14, 2020
Riprendo un mio articolo pubblicato il 24 marzo 2020 in era Covid che non ha avuto il successo di lettura che a mio parere meritava … Di che cosa parlavo?
Del ruolo della bocca e del naso come vie di ingresso per l’infezione da COVID-19, argomento purtroppo ancora di grande attualità che pensavo si scolpisse, per la sua importanza, nella mente dei miei pazienti, come la prevenzione da Coronavirus COVID19.
Quell’articolo era suddiviso in due parti: una introduzione sul cavo orale e sulla sua unicità come ambiente ideale per la crescita di batteri, funghi, virus, ed una parte seconda dove, partendo dall’inquinamento indoor, quello che avviene in ambienti chiusi e confinati, arrivavo a trattare un punto assai trascurato e parcellizzato dai mass-media e cioè che questo pool di agenti aggressivi (batteri e virus), per arrivare ad infettarci, ha tre strade: occhi, bocca ma specialmente il naso, e più in generale tutto l’albero respiratorio (cavità nasale – albero tracheobronchiale ed alveoli). L’infezione avviene tramite aerosol, una nube invisibile di contaminanti costituita da particelle di cui le più piccole, inferiori ai cinque micron, se respirate ed infette, possono raggiungere gli alveoli polmonari e farci ammalare.
Consigliavo allora una idratazione con gel al fine di mantenere sempre umida la cavità nasale ostacolando, in tal modo, il percorso dei batteri e dei virus.
Questa procedura si rifà a quelle misure di prevenzione già note che vedono, ad esempio, l’utilizzo di un umidificatore negli ambienti troppo caldi o troppo secchi.
Cosa ricordare:
Altro punto importante è che l’aerosol ha una permanenza nell’aria “ferma” che varia a seconda della grandezza delle particelle, quelle più grosse di 20-10 micron cadono a terra rispettivamente dopo 3 e 8 minuti, mentre le particelle di microaerosol di grandezza 5-2-1 e 0,5 micron rimangono sospese nell’aria rispettivamente per 35 minuti, 2,8 ore, 12 ore e 41 ore e quindi, persistendo nel tempo, il pericolo per le vie respiratorie, il processo di aerazione dell’ambiente viene ad essere un primo e fondamentale presidio di protezione.
Quali sono le difese dell’apparato respiratorio?
Giova ricordare al lettore che fra le naturali difese dell’apparato respiratorio, che inala e filtra 10.000 litri di aria al giorno, oltre alle vibrisse (peli) del naso, che captano le particelle superiori a 10 micron, vi sono le ciglia dell’epitelio respiratorio che catturano quelle di diametro fra 5 e 10 micron, nonché i riflessi, tosse e starnuto, che aiutano a tenere pulite le cavità nasali rimuovendo le particelle estranee. Particolare importanza riveste anche il muco in quanto, essendo appiccicoso, aiuta a catturare le particelle, ostacolandone comunque l’entrata.
Umettare le vie nasali
Ecco allora l’importanza di umettare le vie nasali con la speranza di captare o diminuire il transito non solo delle particelle superiori a 10 micron ma anche di quelle più piccole inferiori a 5 micron, grandezza questa che riesce a raggiungere i polmoni.
Quanto dico ha già una sua prima dimostrazione in un articolo che sta per essere pubblicato dove gli autori, tramite uno spray con proprietà mucoadesive ed antivirali, hanno dimostrato una captazione ed inibizione del Covid-19 con risultati estremamente incoraggianti.
Ecco quindi le prove scientifiche, a conferma di quel “buon senso prudenziale” a cui facevo riferimento nel mio articolo precedente in cui evidenziavo l’importanza di proteggere le vie nasali con ripetute idratazioni e specialmente con gel, soprattutto in un periodo e per una malattia come il COVID-19 di cui non sono stati delineati ancor oggi i suoi confini.
Conclusioni su come proteggersi dal Coronavirus
Se è vero, dunque, che il COVID-19 ha come target il sistema respiratorio, allora questo deve essere espressamente difeso con un’igiene appropriata che preveda:
- igiene domiciliare e professionale dalla placca batterica della propria bocca
- igiene della cavità nasale con ripetute idratazioni e gel
- il tutto accompagnato da un’accurata e costante igiene delle mani.
Bibliografia:
– P. Legnani, L. Checchi, G. A. Pelliccioni, C. D’Achille
Atmospheric contamination during dental procedures
Quintessence International 25: 435-439; 1994– L. Checchi, P.P. Legnani, S. Samaritani
Dossier: Inquinamento aerosolico in odontoiatria
Dental Cadmos, 19, pagg. 11-28, 1996
– L.Checchi, P. Legnani
Proteggere le vie aeree nell’attività quotidiana
Il Giornale dell’Odontoiatra 5:5; 1999
– J.A. Otter, C. Donskey, S. Yezli, S. Douthwaite, S.D. Goldenberg, D.J. Weber
Transmission of SARS and MERS coronaviruses and influenza virus in healthcare settings: the possible role of dry surface contamination
Journal of Hospital Infection, 92, 2016, pagg. 235-250
– View ORCID Profile R. J. A. Moakes, S. P. Davies, View ORCID ProfileZ. Stamataki, L. M. Grover
doi: https://doi. org/10.1101/2020.11.18.388645
Formulation of a composite nasal spray enabling enhanced surface coverage and prophylaxis of SARS-COV-2