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Dentifricio

Il dentifricio

Il dentifricio è un prodotto artificiale, commercializzato in pasta, gel, più raramente in polvere o liquido, per la pulizia degli elementi dentali.

Che funzione ha il dentifricio?

Tale presidio igienico si pone due obbiettivi: uno cosmetico di pulizia e lucidatura degli elementi dentali ed uno terapeutico nella prevenzione della carie, della sensibilità dentale e della gengivite.
Dalla composizione del dentifricio possiamo trarre alcune considerazioni estremamente interessanti.

Come è composto il dentifricio?

Innanzitutto un dentifricio contiene dell’agente abrasivo in quantità variabile da un 20 ad un 40% e la sua abrasività viene determinata da un indice,l’ R.D.A. (Relative Dentin Abrasivity), dove un R.D.A. inferiore al 70% definisce un dentifricio a bassa abrasività ed un R.D.A. superiore a 120 ad alta abrasività.
Un altro 20-40% del dentifricio in gel è dato dall’acqua che è fondamentale per mantenere fluida nel tempo la struttura del dentifricio stesso.
L’interesse odierno sul dentifricio però nasce da una serie di considerazioni critiche che vanno fatte sugli ulteriori componenti che lo costituiscono, con particolare attenzione ai detergenti. Questi sono ritenuti i maggiori responsabili della distruzione della matrice collagenica del dente, nonchè dei tessuti gengivali, tramite un’azione citotossica e/o allergenica.

Recessioni gengivali dovute a iper-utilizzo di dentifricio e spazzolino

Nel dettaglio, l’attenzione dei ricercatori si è concentrato sul Lauril Solfato di Sodio, un tensioattivo utilizzato per la sua azione positiva sulla placca batterica in quanto, abbassando la tensione superficiale dei liquidi e creando schiuma, agevola la pulizia dentaria.
Si è infatti notato come esso tenda, in alcuni soggetti/pazienti, a provocare un distaccamento, un peeling delle mucose orali che appaiono sfilacciate, a strisce e che possono essere rimosse facilmente dallo spazzolamento.

Peeling delle mucose orali causato dal Lauril Solfato di Sodio.

In questi casi appare quindi importante intervenire repentinamente, eliminando dalla cavità orale qualsiasi stimolo chimico (inclusi tutti i dentifrici) e controllare successivamente se vi sia o meno un miglioramento della sintomatologia clinica. Nel caso questo non si avverasse, va consultato quanto prima un patologo orale.

Come si usa il dentifricio?

Come regola generale il dentifricio deve comunque essere sempre utilizzato in quantità minimale, pari alle dimensioni di una lenticchia, iniziando lo spazzolamento dalle superfici occlusali dove la fluidificazione salivare indotta dal dentifricio , permette un’igiene ottimale, tralasciando, se possibile, di spazzolare con il dentifricio le superfici esterne ed interne.

Giusto rapporto quantitativo di dentifricio per non ledere i tessuti orali.

So bene quanto appaia e sembri triste il non vedere più i nostri denti ricoperti di schiuma e non sentire più l’odore profumato al quale ci siamo abituati ma la bocca è un organo delicato, non è un perfetto pentolame da cucina che può e deve essere pulito e strofinato con qualsiasi detersivo presente sul mercato. La bocca è una entità anatomica e funzionale con un suo equilibrio funzionale, estetico, microbiologico ed enzimatico che va conosciuto e protetto senza cedere alle lusinghe del “marketing del bianco”, dello slogan “bianco è bello” perchè altrimenti si rischia di indurre patologie iatrogene di difficile riscontro nell’immediato e di difficile risoluzione a patologia conclamata.

Bibliografia:

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