La bocca può essere interessata da molteplici malattie e può essere causa di affezioni…
Come si sta bene quando tutto il nostro corpo funziona e reagisce positivamente ai nostri stimoli con un perfetto automatismo!
E come siamo orgogliosi della salute e dell’estetica della nostra bocca e del nostro sorriso quando i denti sono sani e puliti!
La nostra vita scorre piacevolmente fino al momento in cui qualche cosa nel nostro corpo, nella nostra bocca, incomincia a darci dei flebili ma ripetuti segnali di avvertimento che vengono però da noi regolarmente ignorati.
“Domani!”
Questa è la risposta che siamo soliti darci:
“domani cambio, domani faccio, domani inizio!”
Ma il domani è già oggi e quei segnali prematuri che abbiamo trascurato si sono già trasformati in malattia.
Ed ecco quindi la richiesta di aiuto che prende il nome di odontoiatra o parodontologo o ortodontista, insomma uno specialista del settore odontoiatrico.
La scarsa igiene orale, spesso associata ad una alimentazione scorretta con un eccesso di carboidrati, è la causa principale dei problemi orali in quanto favorisce lo sviluppo di carie e di malattia parodontale, altresì denominata piorrea.
Premesso che è indispensabile rivolgersi quanto prima al proprio dentista o parodontologo di fiducia, vanno comunque presi in esame una serie di passaggi che possono aiutarci a capire se quello che stiamo facendo in termini generali sia corretto, sia sotto-stimato o iper-stimato ed, in definitiva, se siamo o meno in salute.
La valutazione che personalmente faccio ai miei nuovi pazienti in prima visita è quella di controllare lo stato delle gengive, il loro colore (rosa o rosso, bluastro?), la loro forma (a lama di coltello o bulbosa?), la papilla interdentale (triangolare e piatta o decapitata o rilevata?), nonché la profondità di tasca e cioè di quanti millimetri la mia sonda parodontale scende sotto alla gengiva (se più di 4 mm allora vi può essere un problema, la piorrea).
Questo importante esame deve essere sempre e comunque validato da radiografie endorali (non ortopantomografia), essenziali per potersi avvicinare quanto più possibile alla verità clinica.
Quante volte i pazienti mi hanno chiesto di non fare radiografie, non capendo che esse permettono numerose considerazioni che, insieme all’esame clinico parodontale del sondaggio, porteranno ad un piano di trattamento con o senza chirurgie, con o senza estrazioni, con più o con meno costi? Vi sembra poco tutto questo?
Tutto ciò consente di fare ora una corretta diagnosi, di avere indicazioni cliniche per il futuro piano di trattamento (che può significare fare o meno chirurgie) e di poter controllare, ripetendo radiografie e sondaggi nel tempo, l’andamento osseo della malattia parodontale.
Solo alla fine di questi due esami, quello clinico e quello radiografico, il paziente sarà in grado di conoscere il suo stato orale ed il parodontologo potrà stabilire un corretto protocollo terapeutico e far decidere compiutamente al suo paziente quale strada intraprendere.
Bibliografia:
L. Checchi
In tema di Parodontologia: Metodica d’analisi medica in corso di terapia parodontale
Dental Cadmos 3/1985, pag. 105-110
L. Checchi
In tema di Parodontologia: L’esame parodontale
Dental Cadmos 10/1985, pag. 97-104
L. Checchi
In tema di Parodontologia: Il piano di trattamento
Dental Cadmos 12/1985, pag. 85-88
L. Checchi, C. D’Achille, A. Montella
Dossier: Il tartaro e la malattia parodontale
Dental Cadmos 8/1991 pag. 80-95;
La bocca può essere interessata da molteplici malattie e può essere causa di affezioni…